Alcuni personaggi hanno davvero lasciato il segno nel mondo videoludico e tra questi c’è indubbiamente Max Payne. Oggi ci occupiamo del terzo capitolo della serie. A distanza di nove anni dall’ultima apparizione, inframmezzata nel 2008 da un mediocre film, la serie di Max Payne torna finalmente nei negozi grazie ad un terzo episodio carico di paure e di aspettative.
Max Payne 3 stupisce non solo dal punto di vista artistico, con alcune scelte visive di grande impatto e in grado di ricreare alla perfezione il caos mentale di un anti-eroe ubriaco e costantemente ferito nel corpo e nella psiche, ma anche e soprattutto in termini tecnici.
La narrazione tesserà incessantemente un collegamento tra il vecchio Max, che si aggira per una New York costantemente battuta dalle intemperie in spolverino, e quello nuovo, vecchio, spezzato, appesantito ma finalmente in grado di riprendere in mano il proprio destino, nonostante questo gli prometta il solito quantitativo di piombo. Dal punto di vista delle meccaniche di gioco, Max Payne 3 dimostra presto di essere uno sparatutto in terza persona piuttosto concreto e solido.
Le diverse bocche da fuoco hanno una personalità ben marcata, mentre il completo controllo del protagonista garantisce un ottimo feeling in tutte le situazioni. La campagna giocatore singolo si estenderà per 14 capitoli i quali condividono tutti lo stesso magnifico e vincente ingrediente: la narrazione, in Max Payne 3 il concetto di cut-scene è fondamentale ed il grande lavoro effettuato dietro gli espedienti di narrazione sono davvero impossibili da respingere. In definitiva un titolo davvero ottimo da consigliare caldamente.